Usando una metafora potremmo dire le tradizioni gastronomiche di un Paese sono il DNA della sua cultura, stratificata nei secoli. Non si può infatti parlare di cibo senza riservare un occhio di riguardo a tutti i suoi aspetti culturali: l’origine dei piatti, il loro nome, il significato di gesti e le consuetudini che ruotano attorno alla tavola non sono meno importanti degli ingredienti e delle fasi di preparazione di una pietanza. Il cibo é la forma culturale più istintiva che esista, è insieme un’esigenza di vita ed un linguaggio artistico che unisce uomini di ogni razza e religione.Una costante della storia dell’uomo, in grado di permeare qualsiasi forma espressiva: visiva, letteraria, musicale, cinematografica. Ed è per questo che abbiamo deciso di dedicare questa sezione al rapporto tra cibo e cultura.
Questi tempi nuovi richiedono una grande immaginazione. Durante il periodo di lockdown, ci siamo ritrovati con nuovo tempo libero a disposizione, e ciascuno si è reinventato a modo suo, molti dedicandosi alla cucina, magari provando quelle ricette lunghe in cui non si ha mai il tempo di cimentarsi, o sperimentando aperitivi casalinghi alternativi. Ebbene,
Spesso si compie l’errore di pensare che esista un cous cous “algerino”, così come un cous cous “tunisino”. Ma in realtà sarebbe come parlare di “una” pasta italiana: non esiste una tipologia che rappresenti l’intero Stivale, in quanto si tratta di un piatto diffuso in tantissimi formati, condimenti e ricette diverse tanto da una regione
“Il cibo si mangia anche con gli occhi”: quante volte avete sentito questa frase? Se, come me, siete appassionati di programmi di cucina, sapete benissimo di cosa sto parlando. Nell’epoca della tecnologia e dei social network poi, il cibo è diventato protagonista assoluto di milioni e milioni di fotografie. Chi di voi non ha
La disputa tra gelato artigianale e gelato industriale è da anni tema di accesi confronti, coi gelatieri a rivendicare la genuinità dei loro prodotti e l’industria a veicolare messaggi che puntano sempre più sulla qualità degli ingredienti. Negli ultimi tempi, poi, si sente spesso parlare di “gelato naturale”. Ma cosa si intende davvero con
Santi, poeti, navigatori, ma anche cuochi. La cucina è un luogo sacro per molti, moltissimi italiani, che si dilettano da sempre a preparare deliziosi piatti per amici, parenti e, talvolta, anche per sconosciuti. Ebbene sì, quest’oggi parliamo di cuochi e cuoche amatoriali insieme al Founder di Cesarine Davide Maggi: andiamo a scoprire come funziona
Il termine “salumi di pesce” può suonare come un accostamento bizzarro, l’unione di due concetti in contraddizione tra loro (nell’articolo di oggi scopriremo, invece, che non è affatto così). Parlare di salumi, in Italia, fa subito pensare agli insaccati a base di carne, soprattutto suina, che sono prerogativa della cultura contadina. Eppure, nel nostro
Come dare vita a un progetto anti spreco alimentare, creando un prodotto di qualità e di largo consumo: questo è, in estrema sintesi, ciò che sta dietro il marchio Birra Biova. Grazie all’intuizione dei tre soci fondatori e all’esempio di altre realtà europee, il pane avanzato ogni giorno da ristoranti e locali vari diventa
Si parla tanto di biodiversità della terra, ma ancora troppo poco di quella del mare. Così, della varietà che mari e oceani ci offrono, si tende ancora a mangiare troppo spesso gli stessi pesci, quali orate e branzini, e a lasciare “sommerso” tutto un altro mondo di pesci poco noti, che vengono persino ributtati in
A Malta non c’è aperitivo senza bigilla, soprattutto in primavera. Poi, meglio se con galletti, formaggio maltese e vino bianco. È questo intingolo, infatti, uno dei piatti più diffusi sull’isola, che, a dispetto del senso comune, vanta una varietà incredibile in cucina. Pensate che nei villaggi più tradizionali, come Qormi o Zebbug, la bigilla maltese
Tutti lo conoscono e tutti ne hanno mangiato almeno uno: stiamo parlando dell’hamburger, forse il più famoso dei panini e fast food per eccellenza. Ha fatto il giro del mondo, soprattutto grazie a catene come McDonald’s (a questo proposito, vi consigliamo la visione del film The Founder di John Lee Hancock), e oggi lo
Cappuccino, moka, espresso: sono tre capisaldi della tradizione italiana, irrinunciabili parentesi di gusto che completano un pasto, danno il giusto avvio alle nostre giornate o semplicemente allietano le piccole pause che ci concediamo. Se viene facile associare la moka alla casa, dov’è stata a lungo protagonista incontrastata, prima della diffusione delle macchine per caffè
Rappresentano la tradizione culinaria della Puglia e la loro lavorazione artigianale le rende ancora più uniche e insuperabili. Stiamo parlando, naturalmente, delle orecchiette, la prelibata pasta fresca dalla forma tonda e concava, conosciuta e apprezzata in tutta la nostra penisola. Per celebrare questo tipico piatto tradizionale, andiamo a ripercorrerne la storia, così da capire
Quanto sareste disposti a spendere per un’anguria? E quanto conta l’unicità del gusto di ciò che mangiamo, o la sua rarità? E i metodi di produzione e preparazione? Tutti questi fattori – il costo, il sapore, la disponibilità, la manodopera necessaria al trattamento – concorrono a definire una particolare categoria di alimenti: quella del
La cultura gastronomica dell’intera penisola italiana è ricca di chicche molto note localmente, ma pressoché sconosciute ai più. Si tratta di piatti spesso “poveri” e dimenticati, ma che meriterebbero maggior notorietà. Nascevano molto spesso dall’esigenza di far di necessità virtù, un’abitudine che, con la crescita economica e il benessere, è stata progressivamente abbandonata e con
Nel 2017 è uscito il film Ramen Heads del regista giapponese Koki Shigeno, grazie al quale ho imparato tutto quello che oggi so su questa zuppa dalle mille sfaccettature. Il protagonista è Osamu Tomita, che in Giappone viene considerato il re del ramen: è lui, infatti, che con il suo approccio un po’ ossessivo
Il pesce di lago è stato a lungo considerato inferiore rispetto a quello di mare, più privilegiato dal mercato e dalla ristorazione, ma soprattutto dalle abitudini alimentari degli italiani. Dopo decenni di oblio, però, è in corso una rivalutazione per il suo valore nutrizionale e gastronomico, ma anche per la riscoperta di tradizioni culinarie
Chissà se quest’estate potremo andare in Albania a mangiare la fergese. Noi speriamo di sì, ma in caso non dovesse essere possibile, ci siamo portati avanti, chiedendo a Klodiana Do, profonda conoscitrice della cultura e della cucina albanese, di raccontarci come si prepara questo piatto delizioso. E ce ne sono ben due versioni: una
“Nel mortaio, sbriciolate pepe, cumino, coriandolo, radice di laser, ruta, inumidite con aceto, aggiungete datteri e il fondo del fenicottero brasato…”: recita così una delle ricette dell’antica Roma tramandateci da Apicio, autore latino vissuto tra il I secolo a.C e il I secolo d.C. E, per quanto ci possa sembrare strana l’abitudine di mangiare
La dieta dei biotipi è salita alla ribalta negli ultimi tre anni, in seguito alla pubblicazione dell’omonimo libro di Serena Missori, specialista in endocrinologia e presidente dell’Accademia italiana di nutrizione e medicina antiaging. Questo programma si basa sulla suddivisione degli individui in quattro tipologie fondamentali, ognuna con peculiarità metaboliche e caratteriali distinte, dalle quali
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